sabato 24 novembre 2018

S'i fosse foco


Il sonetto di Cecco Angiolieri trasuda odio, rabbia e una dissacrante ironia. 
Spesso scrivere di rabbia è un buon modo per sfogarla, come nelle Rime di rabbia di Bruno Tognolini. Eccone tre, ma in tutto sono cinquanta:

RIMA DI RABBIA

Rabbia, rabbia
Fiato di sabbia
Sangue di gioco
Fiore di fuoco
Fiammeggia al sole
Consuma tutto
Lasciami il cuore
Pulito e asciutto

***

MALAUGURIO GIU' DAL CIELO

Senti cosa ti auguro
Che ti cadesse un fulmine
Da un cielo di tempesta
E se oggi il cielo è limpido
Almeno qualche rondine
Te la sganciasse in testa

***

MALAUGURIO ESAGERATO

Tu
Gettato dalle onde su una spiaggia
Il naso fatto a puzza, per occhi due starnuti
Le mani seppie morte, le gambe venticelli
Il corpo rivestito dalla cacca degli uccelli
Ti prendano col camion grosso della spazzatura
In alto ti sollevino agganciato alla cintura
Ti scuotano per bene come fossi un cassonetto
Tu dalla bocca vomiti tutto ciò che mi hai detto
E dalle mani sgoccioli tutto ciò che mi hai fatto
E dalle tasche rendi tutto ciò che mi hai preso
E alla fine comprendi fino a quanto mi hai offeso
E il camion dei rimorsi così ti metta giù
E tu ritorni qui di nuovo tu
  • Cosa ti fa più rabbia? Scrivi una lista di almeno cinque cause della tua rabbia.

martedì 6 novembre 2018

Prima di una lezione spettacolo.

In preparazione alla lezione spettacolo di Gianluigi Tosto per le classi terze, ecco qualcosa da ascoltare, vedere e leggere.
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Proclama di guerra di re Vittorio Emanuele III
Soldati di terra e di mare!
L’ora solenne delle rivendicazioni nazionali è suonata. Seguendo l’esempio del mio Grande Avo, assumo oggi il comando supremo delle forze di terra e di mare, con sicura fede nella vittoria, che il vostro valore, la vostra abnegazione, la vostra disciplina sapranno conseguire. Il nemico che vi accingete a combattere è agguerrito e degno di voi. Favorito dal terreno e dai sapienti apprestamenti dell’arte, egli vi opporrà tenace resistenza; ma il vostro indomito slancio saprà di certo superarla.
Soldati !
A voi la gloria di piantare il tricolore d’Italia sui termini sacri che la natura pose ai confini della Patria nostra. A voi la gloria di compiere, finalmente, l’opera con tanto eroismo iniziata dai nostri padri.
Dal Gran Quartiere Generale, 24 maggio 1915.
VITTORIO EMANUELE III