domenica 22 ottobre 2017

Strade romane.

I Romani sono stati i più grandi costruttori di strade: avevano ben 372 strade maestre per un'estensione di quasi 80.000 km (53.000 miglia romane). 
Nella penisola italiana le strade romane seguirono i tracciati di vie più antiche come la via Salaria, di origine etrusca, che congiungeva le coste del Tirreno a quelle dell’Adriatico. La via Claudia Valeria raggiungeva le regioni dei Marsi e degli Equi. La Campania era attraversata dalla via Latina e dalla via Appia, costruita nel 312 a.C.. L’Italia del Nord era collegata a Roma tramite la via Flaminia (220 a.C.), la via Aurelia (241 a.C.), la via Cassia e la via Clodia. La via Emilia fu costruita nel 187 a.C..


Anche fuori dalla penisola italiana i Romani tracciarono nuove strade o ne riadattarono di vecchie, già esistenti nei territori conquistati. Tutto il bacino del Mediterraneo era costeggiato da una lunghissima via lungo la quale si articolavano gli assi provinciali. Altre strade valicavano le Alpi per raggiungere le province Danubiane. A queste se ne aggiunsero altre ancora, tracciate in Bretannia, in Francia, in Germania e in Spagna, con lunghe diramazioni nelle regioni occupate dai barbari. 
Roma divenne padrona del mondo conosciuto in virtù delle sue strade che consentivano di controllare i vasti territori conquistati. Le strade imperiali, estese su tre continenti, costituivano il supporto fondamentale all’espansione romana, riducendo i vincoli spazio-temporali tra popoli diversi e lontani.
Roma era ben consapevole del valore delle sue strade, e le celebrava: Augusto (23 a.C. - 14 d.C.), il primo imperatore, fece erigere nel Foro Romano il miliarium aureum, una monumentale colonna rivestita di bronzo dorato che, secondo la tradizione, recava grandi iscrizioni con i nomi delle principali città imperiali e delle loro distanze dall’Urbe.

Ciò che resta del miliarium aureum

Lungo le strade, ogni 1.000 passi romani, venivano eretti i miliaria, imponenti cippi di pietra di forma cilindrica.


Augusto organizzò anche un efficiente servizio postale, il cursus publicus, riservato ai corrieri imperiali e governativi, che presero il posto dei tabellari, schiavi e liberti incaricati di trasmettere messaggi e notizie. Ogni 5 o 10 miglia, lungo gli itinerari principali, si trovavano stazioni per il cambio degli equipaggi, dette mutationes, e ogni 50 o più miglia c'erano le mansiones per il ricovero durante la notte. Nelle mansiones dovevano mantenersi almeno 40 animali da tiro, mentre nelle mutationes almeno 20.  
La costruzione, la manutenzione e la gestione delle strade romane erano affidate alle maggiori cariche dello Stato e precisamente ai “censori” e talora anche ai “consoli”: alcune vie ne portano il nome come la Via Appia, la Via Flaminia, la Via Emilia, la Via Cassia ed altre. 
Le strade condizionarono anche l’organizzazione delle città, basata sul modello del castrum, l'accampamento militare. Le due strade principali erano il cardo, che percorreva la città da Nord a Sud, e il decumano, da Est a Ovest: cardo e decumano si intersecavano perpendicolarmente, determinando la tipica configurazione a scacchiera di tutte le città di nuova formazione o di colonizzazione  dell’impero romano.  
(Adattamento da Alberto Bucchi, Storia delle Strade, 2016, Fai Scuola)

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