sabato 26 maggio 2018

Siate liberi. Leggete libri.


LE RECENSIONI DELLA 1^F

L’autrice del libro Olympos. Diario di una dea adolescente è Teresa Buongiorno.
Il libro racconta di una dea adolescente, figlia di Zeus ed Era, che non vuole essere come sua madre. Era, infatti, è molto vanitosa e si ritiene la dea più potente, forte e bella, ma è totalmente superficiale e incapace di andare oltre le apparenze, al punto tale da gettare dalla finestra un figlio da lei ritenuto non molto bello. Dopo questo drammatico fatto la protagonista scappa dall’Olimpo e dalla casa dei suoi genitori, senza che nessuno se ne accorga, e arriva nel mondo degli umani, dove vive molte avventure. 
Consiglierei questo libro alle persone a cui piace leggere storie di dei in versione contemporanea.
Il voto che darei a questo libro è 8 perché è molto bello e coinvolgente, ma io preferisco i libri fantasy.
Federica
Drilla è un libro di Andrew Clements. Parla di un ragazzo che, dopo aver trovato una penna, decide di chiamare tutte le penne “drilla” e allora a scuola scoppia una vera e propria guerra tra maestri e ragazzi. Mi è piaciuto molto perché fa capire che anche i ragazzi possono averla vinta contro i grandi e che le parole sono molto potenti.
Lo consiglierei ai miei compagni di classe e ai miei migliori amici.
Il mio voto è 8 ½.
Antonio
Il Diario di una schiappa di Jeff Kinney parla di una famiglia in cui succedono sempre guai. E’ scritto sotto forma di diario e la voce narrante appartiene ai vari personaggi. E’ una lettura molto divertente e mi è piaciuto molto perché i protagonisti fanno le stesse cose che faccio io tuttora.
Il mio voto è 10.
Anamaria
Questo libro s’intitola Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo e il suo autore è Rick Riordan. Racconta le avventure del figlio del dio Poseidone e dei suoi migliori amici ed è ambientato nel nostro mondo contemporaneo. 
Lo consiglierei a coloro a cui piace l’avventura e a chi sa leggere per molto tempo senza stancarsi, perché è un libro coinvolgente e ricco di emozioni.
Il mio voto è 10.
Marco 
L’autore di questo libro è Daniel Pennac e il titolo è Kamo. L'idea del secolo. Parla di un ragazzo che vuole aiutare il padre. Lo consiglio a chi è di animo nobile perché dopo averlo letto puoi capire cos’è la fame e cosa vuol dire stare senza madre e da soli. Mi è piaciuto perché il protagonista combatte con tutte le forze per aiutare il padre.
Voto 7 ½ 
Michele S.
La Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico è un libro scritto da Luis Sepulveda. Racconta la nascita di un’amicizia che nella realtà non potrebbe mai accadere. Mi ha fatto ricordare la Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare perché il tema è sempre l’amicizia.
Consiglierei questo libro alle persone a cui piacciono le avventure e le storie di amicizia.
Voto 10.
Fabiola

Questo libro è bello e interessante. Parla di un gattino, Mix, una palla di pelo nera, che esce dalla casa di sua madre per trovare un pesce, ma trova un albero e ci si arrampica su. La sua amicizia con Max ha inizio che tutti e due sono bloccati su quell’albero. Mix e Max diventano inseparabili. Quando Max compie 18 anni va ad abitare per conto suo, insieme a Mix che, per la vecchiaia, è diventato cieco. Un giorno, nella loro casa, compare un topo messicano che è triste, affamato e senza un nome. Cosa succederà?
Consiglierei questo libro alle persone che amano le amicizie e le storie di amicizia, come la Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare dello stesso autore.
Il mio voto è 10.
Giuseppe
Il Giornalino di Gian Burrasca, scritto da Vamba, parla di un bambino che ogni giorno combina qualche guaio. La voce narrante è quella del protagonista che racconta le sue giornate sotto forma di diario. La storia sembra reale, in una pagina infatti c’è scritto: “In questo punto il giornalino aveva una pagina strappata; è stata trovata solo l’impronta di una mano nera fatta con la polvere di carbone”.
Mi è piaciuto molto perché la vita di questo ragazzo è piena di avventure. 
C’è una connessione con il libro Cuore che è, anche quello, un diario.
Lo consiglierei ai ragazzi a cui piacciono i libri comici.
Da 1 a 10 gli posso dare 8 perché a un certo punto la storia inizia a ripetersi con il racconto di alcuni scherzi non proprio divertenti e che non capisco.
David
Il Cacciatore di Draghi di J.R.R. Tolkien è un libro molto interessante. 
Un uomo vive in un piccolo villaggio che un giorno viene attaccato da un gigante. Il protagonista lo affronta, lo caccia e tutto il popolo lo acclama. Per ringraziarlo il re gli dona una spada magica che gli servirà a domare e sconfiggere il drago che arriverà un anno dopo. 
Mi è piaciuto tanto perché è un fantasy e io adoro i libri fantasy. E’ una storia che ti incuriosisce, ma ho trovato solo un’incoerenza: se il libro s’intitola Il cacciatore di draghi perché c’è un gigante? 
Comunque spero di leggere un altro libro così appassionante! Lo consiglierei ai miei migliori amici.
Voto 9.
Federico I.
Le avventure di Pinocchio non annoiano mai, perché in ogni capitolo succede qualcosa di nuovo. Pinocchio si caccia sempre nei guai perché non ascolta mai i buoni consigli del babbo ed è molto testardo. E’ un libro molto bello e comico. Il tema è che non si deve essere creduloni. 
L’autore è Carlo Lorenzini, nato a Firenze nel 1826 e morto nel 1890 sempre a Firenze.
Nel I capitolo la frase che mi è piaciuta di più è: “Tutti lo chiamavano Mastro Ciliegia”. Lo consiglio a tutti.    
Il mio voto è 9.
Michele M.

Mi è piaciuto tanto il libro di Pinocchio perché è il libro che ho letto per la prima volta. L’ho letto tantissimo e lo leggo ancora. In classe ci sono tante versioni di Pinocchio e a me piacciono tutte.
Il mio voto è 10.
Irinel
Il libero regno dei ragazzi, di Davide Morosinotto, parla dell’avventura di un gruppo di ragazzi che vogliono fondare un loro regno nella terra di uno di loro, il protagonista Paolo. Mi è piaciuto perché sono appassionato di libri di avventura e perché è ambientato in Puglia. Lo consiglio ai lettori a cui piace questo genere, perché è anche divertente. Il mio voto è 10 perché è scritto molto bene: ci sono due storie parallele che all’inizio non è facile seguire, ma alla fine si uniscono e diventano una sola.
Vincenzo
L’autore è Hans Magnus Enzensberger e il titolo è Il mago dei numeri. Parla di un ragazzo che odia la matematica, ma una notte tutto cambia perché, in sogno, si ritrova a fare lezioni di matematica con un mago dei numeri. La mamma sospetta qualcosa perché lui adorava andare a dormire tardi e, invece, dalla notte che sogna il mago, il bimbo va a dormire presto per fare lezione nel sogno con il mago.  
Lo consiglierei a tutti, ma soprattutto a chi non piace la matematica perché se non ti piace la matematica, te la farà piacere. 
Il mio voto è 10 perché, oltre ad essere bello da leggere, è anche illustrato e spiritoso. Unica critica: è un po’ troppo descrittivo.
Marcello
Il principe delle Murge di Anna Baccelliere parla di un bambino di nome Minguccio che fa il pastore perché il padre lo costringe. Minguccio vuole andare a scuola, ma il padre non vuole e allora lui inizia a scrivere questo diario per avere un amico immaginario con cui confidarsi; non che non ne avesse, ma per avere un amico che lo ascoltasse soltanto. Il libro è scritto sotto forma di diario.
Minguccio dovrà affrontare diverse avventure per andare a scuola.
Mi è piaciuto molto che la storia sia ambientata in Puglia, nelle Murge, e quindi se sei pugliese puoi comprendere molte frasi in dialetto che sono presenti nel testo. Mi è piaciuto perché è ambientato in una regione che non viene molto scelta nei libri. Mi è piaciuto anche perché la storia non si ferma mai. Non mi è piaciuto in alcune parti in cui non è molto interessante, però in altre ti incuriosisce di più.
Lo consiglio ai ragazzi di età maggiore ai 10 anni perché c’è qualche parolaccia che non viene scritta, ma si intuisce, e lo consiglio ai pugliesi e a chi piacciono i libri a forma di diario.
Voto 8.
Federico B. 
L’autore del libro La storia infinita  è Michael Ende. 
La storia, al primo impatto, sembra difficile dato che è raccontata da Sebastian (il protagonista) con cui però interagiscono altri personaggi che sono, anch’essi, protagonisti. 
La trama è la classica avventura di un protagonista e di un aiutante che dovranno salvare il regno di Fantasia e l’Infanta Imperatrice, dovranno superare alcune prove e infine dovranno ritornare nel loro mondo. 
All’inizio la storia non mi è piaciuta, dato che sembrava monotona, ma dopo, andando avanti, le avventure si moltiplicano e la lettura diventa più scorrevole. 
Consiglierei questo libro alle persone che riescono a seguire due storie diverse che, ad un certo punto, si intersecano. E anche a chi piacciono i libri di genere fantasy, con le classiche avventure e creature fantastiche. 
Una citazione che mi è piaciuta è: “Questa è un’altra storia e si dovrà raccontare un’altra volta”. Visto che alla fine di quasi ogni capitolo c’è questa frase, secondo me è proprio questo il significato del libro, dato che s’intitola proprio “La storia infinita” e sembra fatto di storie infinite. 
Il mio voto è 9.
Silvia
“Per costruire una ferrovia da un oceano all’altro ci voleva un intero popolo che sognava e per far credere a tanta gente bianca, rossa, nera e gialla ci volevano le parole giuste, tutte quelle parole che insieme significano una parola sola: speranza”. Sono queste le parole che spiegano il libro 80 miglia di Antonio Ferrara, che parla di un ragazzino di nome Billy che vive nel West. 
Billy scappa di casa per seguire un suo amico di nome Joe che è pagato dalla Union Pacific per raccontare storie che fanno venire voglia di costruire la ferrovia e di costruire nuove città. 
Billy sogna di guidare la locomotiva. 
Nella prima città conosce due ragazzi con cui, giocando, fa subito amicizia e comincia a vivere nella loro casa. Entra anche nel saloon, che è l’unica costruzione oltre il cantiere della ferrovia. Quando parte per un’altra città, anche i suoi amici ripartono con il loro padre grazie alle storie di Joe. Billy trova anche una ragazza di nome Lucy. Poi Joe muore dopo un assalto degli indiani e Billy… cosa gli accadrà?
E’ un libro che mi è piaciuto perché Billy non si stanca e non si arrende mai. Lo consiglierei a tutti i ragazzi a cui piacciono i treni e le storie di amicizia.
Voto 10
Fernando
Shadowhunters. Città di ossa di Cassandra Clare è un libro abbastanza horror, ma allo stesso tempo fantasy. Parla degli Shadowhunters, metà angeli e metà umani, che combattono contro i demoni per salvare gli umani. Inoltre ci sono gli stregoni, i lupi mannari e i vampiri che devono combattere, con l’aiuto degli  Shadowhunters, contro Valentaine, che vuole distruggere il loro mondo nascosto.
Mi è piaciuto molto leggerlo perché mi piace il genere e soprattutto perché ci sono i lupi mannari ed è una storia molto curiosa. 
Una citazione che mi è rimasta in testa è: “Tutte le storie sono vere”, pronunciata da Clary, la protagonista del libro.
Lo consiglierei a chi piacciono i libri horror.
Voto 10.
Giusy

mercoledì 23 maggio 2018

L'albero Falcone.

C'è un albero sempreverde, a Palermo, che è diventato un simbolo. Sul suo tronco ci sono decine e decine di messaggi, dediche, poesie, disegni. Da lontano vengono a migliaia, come in pellegrinaggio, per sostare, lasciare un biglietto, una firma, una traccia. Quest'albero si trova davanti a quella che fu l'abitazione del giudice Giovanni Falcone e perciò è stato chiamato "albero Falcone". 
Ogni anno, il 23 maggio, l'albero Falcone è meta dei cortei che percorrono le strade di Palermo per commemorare il giudice ucciso dalla mafia proprio quel giorno, il 23 maggio 1992. L'albero Falcone è un monumento vivente. Sempreverde. E' il testimone silenzioso e tenace di ciò che Falcone ha fatto, del suo coraggio, del suo eroismo e del suo sacrificio. E' un invito a impegnarci, coraggiosamente, nel nostro piccolo, per una società migliore, libera da ogni tipo di mafia e da ogni forma di illegalità. 




Sul sito internet della Fondazione Falcone c'è una sezione dedicata all'albero, dove è possibile leggere e scrivere messaggi, pensieri e poesie: L'albero.
Dopo aver discusso sulla ricorrenza e sul significato del 23 maggio e dopo aver visto i video, ecco cosa hanno scritto gli alunni e le alunne di 1F. Questi sono i loro messaggi da lasciare sull'albero.

Mai più paura!
Mai più soli!
Tutti insieme
anche se con molti affanni
vinceremo la mafia
nel ricordo di Giovanni!
(Francesca M.)

Abbassate le armi e alzate le bandiere con il segno della libertà e dell'alleanza.
Da soli siamo deboli e indifesi e voi ne approfittate.
Quando siamo insieme siamo forti e quindi cercate di separarci.
Voi avete le armi, ma noi abbiamo la scuola.
Voi avevate paura di Falcone e ne avete ancora.
Tutti vi odiano e vi disprezzano per le cattiverie che realizzate.
(David)

La mafia ha paura della scuola perché la scuola è di più, invece la mafia è di meno. (Giulia)

Giovanni Falcone era un giudice molto famoso perché combatteva la mafia, i criminali, i ladri, i cattivi. Fu ucciso dalla mafia il 23 maggio 1992 a Palermo.
L'albero è bel un simbolo perché è il simbolo della legalità. (Irinel)

Oggi, 23 maggio 2018, si ricorda un giudice famoso di nome Giovanni Falcone, morto nel 1992 a Palermo, a causa di una bomba fatta esplodere sull'autostrada mentre passava la sua auto. Davanti a casa sua oggi si trova l'albero Falcone. Lui fu ucciso dalla mafia insieme alla sua famiglia e alla sua scorta. Paolo Borsellino, anche lui giudice come Falcone, suo amico e collega, fu ucciso anche lui dalla mafia. Per me tutto questo è ingiusto, perché loro svolgevano il loro dovere. (Michele M.)

Giovanni Falcone, mi dispiace che sei morto. E' morto pure Paolo Borsellino. Però c'è un albero sempreverde davanti al tuo palazzo. E ogni 23 maggio si fa un corteo e arrivano in tanti davanti a quell'albero. (Antonio)

Se la mafia tornerà, tutta l'Italia la caccerà.
La mafia non la rispettano.
I poliziotti li arrestano.
Non è giusto che la mafia abbia ucciso Giovanni.
Ingiustizia!
(Anamaria)

La mafia ha ucciso tante persone, tra cui Falcone e Borsellino, e anche altre persone di cui non sappiamo neanche il nome. Ci sono persone terrorizzate dalla mafia, perché ogni giorno sono minacciate e possono morire. Però noi dobbiamo lottare contro la mafia, non solo per noi, ma anche per loro. Come Falcone e Borsellino. Tutti noi abbiamo un pezzo di Falcone e Borsellino dentro. (Federico B.)

La mafia è qualcosa di brutto e malvagio.
Mi dispiace per tutti coloro che sono morti ingiustamente.
Anche per il giudice Falcone: un grande giudice, una persona molto in gamba.
L'albero è il suo simbolo ed è un simbolo molto forte.
Siamo tutti come Giovanni Falcone.
Stop alla mafia. (Francesca S.)

Dato che la mafia si è diffusa in tutta Italia, spero che si possa trovare un'altra persona come Giovanni Falcone che lavora con coscienza, qualcuno che lo prenda come esempio e che sa a cosa va incontro. (Silvia)

Il 23 maggio 1992 morì Giovanni Falcone.
Ho provato un sentimento di rabbia, ma allo stesso tempo di tristezza. Rabbia per i mafiosi che lo uccisero, mentre tristezza perché morì. Mi piace pensare che l'albero Falcone di Palermo sia un essere vivente, che sia Giovanni Falcone e che le foglie siamo noi, sempreverdi e sempre forti, con piena voglia di vivere. E mi piace pensare che un giorno possa finire anche la mafia. (Federica)

Oggi, 26 anni fa, è morto Giovanni Falcone, una persona molto speciale che voleva sconfiggere la mafia anche a costo di morire. Per me una persona molto coraggiosa e leale. E se non fosse morto avrebbe di certo sconfitto la mafia. Vorrei dire ai mafiosi che uccidono persone anche innocenti per essere famosi, avere più potere, che invece avranno solo odio e disprezzo. (Vincenzo)

Voi mafiosi che vi fate ricchi ma siete poveri,
voi che ammazzate persone senza un perché,
voi che avete ammazzato il più grande RE,
voi che non sapete quello che fate
e quando qualcuno non vi serve più, lo buttate a mare.
Voi ammazzate pure, però dopo pagate.
Voi, voi, voi,
voi non siete RE.
Siete solo un bicchiere di tè molto piccante che quindi non si può bere.
Ma nell'albero ci sei te,
il più grande re:
GIOVANNI FALCONE.
(Marco)

Penso che le persone che fanno parte della mafia siano diventate degli assassini perché non avevano una famiglia alle spalle che gli offriva aiuto, non avevano un appoggio nei momenti peggiori. Così credo che abbiano scelto la strada più semplice, la più oscura, facendo del male alle persone innocenti. Quindi credo che noi cittadini, se vogliamo, possiamo sconfiggere la mafia, come è riuscito a fare Giovanni Falcone, e bisogna prenderlo come esempio per riuscirci realmente. (Giusy)

Giovanni Falcone è stato un uomo coraggioso a combattere la mafia. Lui diceva che la mafia ha un inizio e una fine, e sperava che finisse prima della fine dell'umanità. Dopo 3 mesi dalla sua scomparsa uccisero anche il suo amico e collega Paolo Borsellino, sotto la casa della madre. Oggi davanti al palazzo dove abitava Falcone c'è un albero chiamato "albero Falcone" che rappresenta tutte le cose che ha fatto Falcone per l'Italia contro la mafia. E' un albero sempreverde.
Giovanni Falcone
era un uomo con tanto cuore
ha voluto sconfiggere la mafia
per l'Italia.
(Marcello)

Giovanni Falcone, tu hai combattuto la mafia e sei stato un vero leone. Noi possiamo essere come te, perché i mafiosi hanno paura della scuola e quindi noi possiamo affrontarli. In tuo onore c'è un albero con il tronco e i rami carichi di tanti ricordi e pensieri per te. Ormai i mafiosi e i camorristi non hanno più speranze a confronto con noi. Noi siamo come Giovanni Falcone, veri leoni per affrontarli. (Federico I.)

La mafia è una banda di criminali che si può sconfiggere, questo ha dimostrato Giovanni Falcone, uno dei più grandi giudici che l'ha combattuta, morto il 23 maggio 1992, ucciso proprio dalla mafia. Lui sapeva di essere nel mirino, ma quando lo intervistavano rispondeva che era un rischio che doveva correre. Tre mesi dopo, il 19 luglio 1992, fu ucciso dalla mafia anche Paolo Borsellino, giudice anche lui, e amico di Falcone. In quegli anni la mafia uccideva tantissimo. Persino Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica, ha avuto un fratello ucciso dalla mafia.
Oggi davanti alla casa di Giovanni Falcone c'è un albero che è il suo simbolo e ogni 23 maggio si va lì a commemorarlo.
Antonino Caponnetto, il giudice che dirigeva e collaborava con Giovanni Falcone, diceva che "La mafia ha più paura della scuola che della giustizia" ed è una frase importante perché significa che la scuola ti insegna a riflettere e a non aver bisogno di chiedere aiuto al mafioso di turno. (Giuseppe)

Giovanni Falcone, il primo tra tanti che hanno combattuto la mafia, è l'uomo giusto che conosce il vero senso del dovere. Giovanni non si è mai arreso e sapere che il 23 maggio 1992 è morto mi ha fatto venire da piangere.
Giovanni, vissuto a Palermo, secondo me con le sue parole mi ha e ci ha fatto capire, a noi italiani,  che è possibile cambiare le cose. Infatti la mafia oggi, nel 2018, è ancora potente, ma grazie all'unione tra forze dell'ordine, scuola e governo possiamo sconfiggere ciò che è stato creato solo per il potere da persone ricche ma "ignoranti".  
Falcone diceva: "Non è importante stabilire se uno ha paura, ma è importante convivere con la propria paura, senza farsi condizionare". Lui sapeva di correre il rischio di morire e quando lo intervistavano rispondeva semplicemente: "Sì, è un rischio reale". Dopo la sua morte i cittadini di Palermo andarono spontaneamente a riunirsi sotto la magnolia che poi prese il nome di "albero Falcone", che si trova davanti al condominio dove lui abitava.   
La mafia si può sconfiggere e Giovanni lo ha dimostrato.
Ecco chi è Giovanni Falcone: la persona più giusta, sincera, coraggiosa che possa esistere al mondo. (Fernando)


WebDoc di Rai Cultura per la Giornata della Legalità 2018
Comunicato stampa MIUR
La SMS Padre Pio sulla nave della Legalità

domenica 13 maggio 2018

Leggende medievali: Orlando e Re Artù



LIBRI INTERESSANTI PER LETTORI CURIOSI
Paola Zannoner, La magica storia di Re Artù (recensione)
Teresa Buongiorno, Camelot. L’invenzione della Tavola rotonda (recensioneanteprima)
Luisa Mattia, Merlino. Il destino di un giovane mago (booktrailer)
Domenico Volpi, Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda (anteprima)

martedì 1 maggio 2018

Diomede.


Diomede
copia mutila da originale bronzeo di Kresilas (440-430 a.C.)
Gipsoteca di Monaco

La mia vita da eroe.
Ho vissuto molte avventure, ma la più importante è quella che vi sto per raccontare.
Sono Diomede, uno degli eroi dell’Iliade e dell’Odissea.
Dopo la guerra di Troia sono tornato a casa mia, precisamente in Grecia, ad Argo. Ma appena entrato in camera, ho trovato mia moglie con un altro uomo; così me ne sono andato insieme ai miei compagni più fidati e ho viaggiato molto attraverso il mare, finché sono sbarcato in Puglia.
Qui, con due enormi blocchi di pietra provenienti dalla distrutta rocca di Pergamo, ho creato il subappennino Dauno e il promontorio del Gargano, perché era mia intenzione arricchire la mia futura patria di bellezze naturali e rendere ancora più unico il suo già bellissimo mare. 
Da quest’impresa mi avanzarono tre piccole pietre: non sapevo cosa farne e così pensai di disfarmene lanciandole nel Mar Adriatico. Non mi sarei mai aspettato che sarebbero riemerse per andare a formare l’arcipelago delle famose ISOLE TREMITI, con l’isola di san Nicola, l’isola di Caprara e l’isola di san Domino. Esse sono anche conosciute con il nome di isole Diomedee, in mio onore. Quando sono andato ad esplorarle con la mia flotta, non sapevo che l’isola di San Nicola sarebbe diventata la mia tomba. 
Le isole Tremiti sono splendide e in passato sono state sede di monasteri e chiese, ma soprattutto sono state la mia ultima patria, dove sono morto di vecchiaia e dove giaccio sepolto. Ora esse sono meta di turismo e io le guardo e le custodisco dall’alto. 
Dopo la mia morte Afrodite, per compassione, ha trasformato i miei compagni in una specie di gabbiani che ancora oggi popolano le isole e vengono chiamati “diomedee”. Questi gabbiani emettono dei gemiti ogni notte oppure quando qualcuno di origini non greche si voglia avvicinare alla mia tomba.
Durante la mia vita in Puglia mi sono sposato con la figlia del re Dauno, ovvero Evippe. E ho fondato molte città: Vasto, Andria, Brindisi, Benevento, Arpi (presso l’attuale Foggia), Siponto (presso l’attuale Manfredonia), Canosa di Puglia, Ariano Irpino, San Severo, Venafro e Venosa.
Ora però vi racconto cosa è successo durante la guerra di Troia, affiancato dal mio compagno d’avventura, Ulisse, un uomo dall’agile mente, che cercava solo di tornare in patria.
Mi trovavo davanti alle mura della città chiamata Troia, talmente potente che era quasi impossibile batterla con la forza. Allora io e Ulisse escogitammo un inganno: facemmo costruire un marchingegno che poteva contenere tutto il nostro esercito, rimasto famoso nel corso dei secoli come il “CAVALLO DI TROIA”. Il nostro intento era farlo entrare in città per assaltarla e ci riuscimmo, mettendo in scena la nostra fuga e facendo credere ai troiani che il cavallo fosse un’offerta per la dea Atena.
Durante l’assalto alla città, mentre stavo cercando di rubare il Palladio, affrontai persino Afrodite e le procurai una ferita ad una mano. Allora lei si vendicò attraverso mia moglie che, al mio ritorno a casa, trovai con un altro uomo. 
Una famosa impresa che ho compiuto con Ulisse è stata proprio il furto del Palladio, ovvero una statua che rappresentava Pallade Atena. Eleno, l’indovino figlio di Priamo, aveva rivelato che il Palladio possedeva la virtù di proteggere Troia fino a quando fosse rimasto custodito dentro le sue mura. Allora io e Ulisse, con il nostro coraggio e astuzia, pensammo di rubarlo, così Troia non sarebbe stata più salva.
Nel canto XXVI dell’Inferno della Divina Commedia, anche Dante Alighieri parla di me e di Ulisse avvolti da una fiamma biforcuta, quando Ulisse iniziò a raccontare la sua ultima avventura, di lui e del suo equipaggio che partirono per il loro ultimo viaggio e attraversarono il confine del mondo conosciuto, ovvero “Le Colonne D’Ercole” (lo Stretto Di Gibilterra), e trovarono la morte dopo aver avvistato in lontananza la montagna del Purgatorio.
Dopo tante avventure tornai nella mia prima patria: la Grecia. 
E passai il resto dei miei giorni nella mia ultima patria: la Puglia.
Questa è la mia storia: la mia vita da eroe.
(Fernando, Federico B., Federico I.)

Diomede e le isole Tremiti.
Le Isole Tremiti si devono a un grande eroe della Grecia, ovvero Diomede. 
Secondo le leggende Diomede fu uno dei principali eroi della guerra di Troia e, inoltre, assunse un ruolo rilevante come fondatore di città e diffusore di civiltà, soprattutto lungo le coste del mare Adriatico. 
L’arcipelago delle Tremiti è formato dalle Isole di San Nicola, San Domino, Cretaccio e Capraia. Si narra che esse nacquero per mano di Diomede, quando gettò in mare tre giganteschi massi portati con sé da Troia e riemersi misteriosamente sotto forma di isole. 
Noi tre (Silvia, Francesca e Federica), alunne di 1^F, abbiamo avuto l’idea di fare un viaggio nel passato per verificare ciò che si narra e ciò che è realmente accaduto. Siamo andate alle Isole Tremiti e, dopo aver camminato per tanto tempo, abbiamo finalmente incontrato Diomede e gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia.
Lui ci ha portato sul Gargano, perché ci ha detto che la sua storia in Italia era iniziata da lì, dove si era guadagnato le simpatie del re Dauno, dopo avergli prestato valido aiuto nella guerra contro i Messapi. Come ricompensa per il suo aiuto, Diomede ebbe in sposa la dauna Evippe, figlia del re, che gli portò in dote parte della Puglia: quella terra che ancora oggi viene chiamata Daunia, costituita dal Subappenino Dauno, dal Gargano e dalla Capitanata. 
Diomede ci ha raccontato come sono andate le cose e come si svolse realmente il dialogo con il re Dauno:
Dauno: “Come posso ringraziarla e sdebitarmi per avermi aiutato nella guerra dei Messapi, contro cui avevo tanto bisogno di aiuto?”
Diomede: “Un valido modo per ringraziarmi sarebbe donarmi il suo regno: la Daunia!”
Dauno: “Certo! Come ho fatto a non pensarci? Posso anche darle la mia adorata figliola Evippe in sposa!”
Diomede ci ha poi raccontato che il matrimonio andò a buon fine e che, dopo tanto tempo, dopo aver vissuto a lungo e in pace, abbandonò il mondo dei vivi e fu seppellito sull’isola di San Nicola. 
La dea Afrodite, sua antica nemica, per compassione trasformò i suoi più fidati compagni in uccelli marini chiamati DIOMEDEE (da cui le ISOLE TREMITI hanno preso il nome). 
Si dice che le Diomedee custodiscano e bagnino con le loro lacrime la tomba dell’eroe greco. E si dice anche che, ogni volta che qualche persona non proveniente dalla Grecia si avvicina alla sua tomba, le Diomedee inizino ad impazzire e a piangere. Ma tutto questo non siamo riuscite a verificarlo.
(Silvia, Francesca, Federica)

Pizzomunno & Cristalda.

  1. Cos'è una leggenda?
  2. Che differenza c'è tra leggenda e fiaba?  
  3. Che differenza c’è tra leggenda e mito?


LUI
Oggi è una bellissima giornata d’agosto. 
Sto solcando il mare di Vieste, come ogni giorno. 
Ho sempre fatto il pescatore. Ho affrontato tempeste, alte e basse maree. Convivo ogni giorno con la solitudine, con la fatica, con la stanchezza. E devo sempre essere vigile e pronto ad ogni imprevisto. E’ un lavoro molto duro e pericoloso. E c’è un solo pensiero che ogni giorno mi dà la forza di affrontare il mare e le sue incognite.
Il mio nome è Pizzomunno. Sono alto e robusto. Ho capelli castani, occhi marroni, carnagione chiara e vesto quasi sempre sportivo. I miei occhi, come quelli di Cristalda, cambiano colore in base alle emozioni che proviamo. Lei, ovvero la mia fidanzata Cristalda, dagli occhi azzurri, luminosi, brillanti e travolgenti, è l’unica creatura che riesce a dare pace alle mie lunghe e solitarie giornate. Cristalda è l’unica ragione della mia vita. 
La pesca non è sempre abbondante e oggi è un giorno di quelli, in cui la cena non sarà sufficiente per tutti e due.
Ogni giorno, al mio passaggio, le sirene emergono dalle profondità del mare e intonano canti in mio onore. Hanno un aspetto adorabile, ma nascondono un carattere malvagio, traditore, ingannevole. E sono molto furbe. Ogni giorno mi tentano chiedendomi: ”Vuoi sposare una di noi? Ti offriamo anche l’immortalità!”. Ma io non le assecondo e rispondo sempre di no, perché amo e amerò per sempre la mia Cristalda.

LEI
La cottura è pronta, il profumo è invitante, i pavimenti sono splendenti ed è tutto pronto per il suo ritorno. E’ stata una giornata molto lunga e non vedo l’ora di rivederlo e di riabbracciarlo.
Il mio nome è Cristalda. Ho i capelli biondi, la carnagione scura e sono alta e snella.
Dicono che sono bellissima.
Ogni giorno aspetto che il mio amato Pizzomunno ritorni dal mare e ogni notte condivido il mio sonno e i miei sogni con lui, sulla nostra isola posta di fronte alla costa di Vieste. Ma stanotte c’è stato un contrattempo. 
Stanno arrivando le sirene per portarmelo via: vorrebbero che lui sposasse una di loro e hanno addirittura provato a offrirgli l’immortalità. 
Durante la notte, con i loro poteri magici, hanno fatto affondare la sua barca. Poi mi hanno rapita e mi hanno trascinata negli abissi marini, perché sono gelose di me e del mio amore. I miei capelli sono già diventati neri e crespi. La mia pelle sta lentamente diventando trasparente.
Pizzomunno ha cercato di raggiungermi, ma le sirene erano troppo veloci e lui, dopo una lotta estenuante, disperato, si è arreso. E’ uscito dall’acqua, si è seduto in riva al mare e si è inginocchiato sulla sabbia ad aspettare. 
Ha aspettato così tanto, immobile, mentre il tempo passava inesorabile, finché i suoi capelli sono diventati bianchi dalla vecchiaia e piano piano la sua pelle ha cambiato colore e ha iniziato a essere rugosa e ruvida. Infine, dopo tantissimi anni, il mio adorato Pizzomunno si è trasformato in un grosso scoglio bianco sulla riva del mare di Vieste. 
Adesso, ogni cento anni io riemergo dagli abissi marini nei quali sono stata condotta dalle terribili sirene, per tornare a essere la Cristalda che ero e passare ancora una notte con il mio amatissimo Pizzomunno. Ma quando l’incantesimo finisce, a contatto con l’acqua del mare, mi trasformo nuovamente in sirena e torno nella mia prigione. 

Dopo tanti anni la barca affondata è diventata la casa di Cristalda per sempre.
(Fabiola, Giusy, Giulia, Anamaria)