FRANCESCA DA RIMINI
Amor ch'a nullo amato amar perdona... Chi mai avrebbe potuto immaginare che un sentimento così potente potesse condurmi all'Inferno? Mi ritrovo qui, condannata all'eterna pena, insieme all'uomo che ho amato. Un amore nato in un soffio, sbocciato nell'ombra di un matrimonio combinato, un accordo tra famiglie, come se i cuori non avessero voce in capitolo. Gianciotto, il mio sposo, un uomo buono, ma così diverso da me. Paolo, suo fratello, l'anima gemella che il destino ci ha negato. La nostra storia è un monito, un grido silenzioso contro un mondo che costringe le donne a sacrificare la propria felicità sull'altare di convenzioni arcaiche. Eppure, anche nell'abisso, l'amore continua a bruciare. Caina attende chi a vita ci spense, gridiamo all'unisono, ma non c'è odio nel nostro cuore, solo un profondo dolore per un amore impossibile. In questo 25 novembre, vorrei che le donne di tutto il mondo potessero essere libere di amare, senza paura di giudizi o punizioni. Vorrei che l'amore non fosse più un crimine, ma un diritto inalienabile.
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GIANCIOTTO MALATESTA
Caina attende chi a vita ci spense... Le loro parole mi rimbombano nelle orecchie, un'accusa che mi perseguita nell'eternità. Ero un uomo ferito, tradito nella cosa più sacra: l'onore. Come potevo accettare di condividere mia moglie con mio fratello? La rabbia mi ha accecato, mi ha spinto a compiere un gesto impulsivo, irreparabile. Eppure, anche io sono una vittima. Vittima di un sistema che mi ha imposto un matrimonio di convenienza, di un amore non scelto. Ora mi trovo all'Inferno, condannato a un'eterna sofferenza, eppure non riesco a provare rimorso. La gelosia mi ha consumato dall'interno, mi ha trasformato in un mostro. In questo 25 novembre, mentre il mondo si unisce per condannare la violenza sulle donne, io posso solo riflettere sul mio errore. La violenza non risolve nulla, anzi, la alimenta. Se avessi saputo ascoltare il mio cuore, forse le cose sarebbero andate diversamente. Ma è troppo tardi per i rimpianti.
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Le parole di Francesca e Gianciotto ci invitano a riflettere sulla complessità della violenza di genere. Da un lato, abbiamo Francesca, vittima di un sistema che le nega il diritto di scegliere il proprio amore. Dall'altro, abbiamo Gianciotto, un uomo ferito che reagisce con violenza. Entrambi sono prigionieri di un destino che li trascina verso l'abisso. La loro storia ci ricorda che la violenza è un fenomeno con radici profonde nella cultura, nella società e nei rapporti di potere.
- Art. 3 della Costituzione: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
- Art. 29: Il matrimonio è basato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a tutela dell'unità della famiglia.
Questi principi, in teoria, dovrebbero garantire alle donne una vita libera da ogni forma di violenza. Tuttavia, la realtà mostra come la violenza di genere sia ancora un fenomeno diffuso e radicato nella nostra società.
È fondamentale promuovere una cultura del rispetto e dell'uguaglianza di genere, contrastare gli stereotipi e garantire alle vittime la protezione e l'assistenza di cui hanno bisogno.
Noi ragazzi desideriamo avere genitori e adulti che ci sappiano trasmettere valori di uguaglianza e rispetto; adulti che ci insegnino comportamenti rispettosi e paritari, sia in famiglia che nella vita sociale. Noi ragazzi e ragazze dobbiamo capire che rispettare gli altri è il primo passo per costruire una società più giusta e sicura.
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