mercoledì 22 novembre 2017

Confini e frontiere: il limes romano.



C’è una parola latina che indica l’insieme delle frontiere romane, fin dai tempi di Traiano, dal I secolo d.C., il limes.  In origine con questo termine si faceva riferimento alle strade militari allestite in prossimità delle frontiere. Ma successivamente venne utilizzato per indicare le fortificazioni erette a protezione delle stesse strade, finendo così per acquisire una dimensione geografica e amministrativa, e indicare l’intero territorio delle province di confine.
Quindi nella tarda età imperiale con il termine limes si intendeva una linea di confine, un limite costituito da barriere naturali - che potevano essere di tipo fluviale (come Reno, Danubio, Tigri ed Eufrate), o montuoso (come la catena dei Carpazi in Dacia o dell'Atlante in Mauritania) o infine desertico (come lungo il fronte meridionale dell'Egitto e delle province di Arabia e Siria) – e da barriere artificiali, costruite con scavi, palizzate, torri di avvistamento e fortezze in muratura, lungo le strade di frontiera.
In Europa, dal nord della Britannia fino al Mar Nero, il limes si estendeva per migliaia di chilometri. Oggi, della più vasta e articolata struttura mai costruita nel Vecchio continente restano pochissime tracce. Il limes è scomparso, distrutto dallo scorrere del tempo e dall’agricoltura intensiva che ha trasformato il territorio.
Fonte: Rai Storia

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