martedì 4 novembre 2025

Sul 4 novembre

Ogni volta che, in classe, il discorso cade sulla prima guerra mondiale, sono solita dire ai miei alunni che in ogni città e in ogni paese d'Italia, anche il più piccolo, esiste un monumento ai caduti. Migliaia e migliaia di monumenti. Per far capire che ogni luogo è stato toccato dalla guerra e ha pagato il proprio tributo di sangue con le vite di giovani (talvolta giovanissimi) soldati caduti in battaglia. 
E se ognuno di noi, all'interno della propria famiglia, comincia a chiedere o a cercare, troverà sicuramente il ricordo di un nonno/bisnonno/prozio che ha partecipato a quella guerra.
Allora, attivata la curiosità, ecco che sarà interessante far sperimentare in classe un'attività di ricerca, magari a piccoli gruppi, attingendo alle preziose banche dati del Ministero della Cultura, approntate in occasione del centenario della Grande Guerra e relative alla catalogazione di parchi e viali della Rimembranza, monumenti e lapidi ai caduti: https://iccd.beniculturali.it/index.php?pageId=501
Le piste di ricerca sono oltremodo interessanti e comprendono:
  • schede di lapidi e monumenti ai caduti pubblicate su Catalogo generale, articolate per regioni italiane
  • percorsi tematici, utili per indagare l'argomento di ricerca sotto prospettive iconografiche, storico-artistiche, di storia locale
  • articoli redatti all’interno del "Progetto 500 giovani per la cultura" dai tirocinanti in ICCD e presso le soprintendenze territoriali.
  • mostre virtuali on line, in cui è, per noi, particolarmente degna di nota la sezione relativa ai Monumenti pugliesi in memoria dei caduti della Grande Guerra. Qui, navigando nel menù, all'interno delle Schede di approfondimento, sarà possibile ricercare il monumento di interesse e trovare informazioni riguardanti la localizzazione, la storia, la descrizione, l'autore, e le fonti documentarie. 
Quanto ai parchi della Rimembranza, oltre alla pagina dedicata https://catalogo.beniculturali.it/itinerario/parchi-e-viali-della-rimembranza, c'è un breve video narrativo-espositivo pubblicato sul canale YouTube dell'ICCD che ben si presta ad attività didattiche di riflessione-condivisione:


Un modo diverso di fare storia attraverso un lavoro di ricerca e di connessione con il proprio territorio, che non potrà escludere visite guidate e osservazioni sul campo.
Per capire il prezzo della guerra e il valore della pace.

giovedì 23 ottobre 2025

IL MESSAGGIO di Bimba Landmann


La visita alla fiera dell'editoria BUCK FESTIVAL di Foggia è stata l'occasione per conoscere meglio le meravigliose opere della pluripremiata illustratrice Bimba Landmann, talentuosa autrice di stupendi albi illustrati, di cui conoscevo già le immaginifiche e potentissime Mappe delle mie emozioni (Camelozampa, 2019).
Tra le tante sue opere presenti sono stata letteralmente rapita da Noi Kodama (Camelozampa, 2024), un piccolo capolavoro di bellezza e di senso.
Ma ciò che mi ha definitivamente conquistato è stato l'albo Il Messaggio (Storiedichi Edizioni, 2025), perché rappresenta esattamente ciò che, nella mia pratica didattica, definisco "la capsula del tempo". L'idea l'ho tratta da un'attività descritta ampiamente in rete dal prof. Matteo Biagi e consiste sostanzialmente in questo: all'inizio dell'anno scolastico si assegna alla classe il compito di scrivere una lettera indirizzata "al me del futuro" e dopo aver raccolto e imbustato tutte le lettere, le si conservano fino alla fine dell'anno scolastico, quando saranno riaperte e condivise nel gruppo dei pari. Solitamente vengono fuori delle belle riflessioni, che spesso fanno sorridere e anche emozionare. E' una delle modalità che preferisco per iniziare a lavorare sulla scrittura in quanto empowerment e orientamento. 
L'albo Il Messaggio racconta proprio questo, a partire dall'incipit:

Cara me stessa del futuro, oggi ti penso.
E cerco di immaginarti tra vent’anni.
Tra cinquanta.
Da vecchia, con i capelli bianchi.
Ho delle domande da fare.
Credi ancora in te?
Ti vuoi bene?

E l'albo continua anche sul web, perché nell'ultima pagina c'è un QRcode che rimanda alla pagina dedicata ai "Nostri messaggi per il futuro", con le istruzioni per inviare il proprio. 
Una lettura poetica e potente, da utilizzare in classe per condurre alunni e alunne a discutere, scrivere, riflettere su se stessi, su ciò che vogliono diventare, sui piccoli e grandi valori della vita, sul tempo che passa, e su ciò che resta al di là di ciò che passa.


 

lunedì 13 ottobre 2025

Cos'era diventato il mondo


Il titolo di questo post corrisponde a quello del primo capitolo del libro di Saverio Tommasi Sogniamo più forte della paura e l'ho scelto perché negli ultimi giorni, per tutta una concausa di motivi (su cui non mi dilungo, ma basta leggere un quotidiano per capire), mi sembra di essere stata catapultata proprio in uno spazio-tempo analogo a quello in cui è ambientata la narrazione del romanzo. 
Un mondo in cui il discorso (anche pubblico, soprattutto pubblico) viene semplificato a detrimento di una complessità di lessico e di pensiero che invece è fondamentale per capirlo, quel mondo, e per capire anche le ingiustizie che lo pervadono. 
Tutto il discorso sui pro Pal, per fare solo un esempio (ce ne sarebbero tanti altri, ma è il più eclatante che mi viene in mente, perché più attuale), mi fa pensare troppo a "Cos'era diventato il mondo": un mondo fatto di discorsi brevi e di parole abbreviate, perché le persone avevano troppa fretta. Un mondo in cui le cose non si chiamano più con il proprio nome, ma si abbreviano le parole anche (e soprattutto) per non pronunciarlo, quel nome: e allora ciò che, quasi harrypottianamente, non deve essere nominato diventa, in tal modo, ciò che non deve essere nemmeno pensato, e quindi ciò che nemmeno esiste. L'abbreviazione diventa la negazione. 
Le parole, però, (nannimorettianamente parlando, ma non solo) sono troppo importanti e sono strettamente connesse con il pensiero, ma anche con la visione del mondo, con la sua comprensione (e non solo). Sono connesse con l'azione, con il nostro modo di costruirlo, il mondo. Sono capaci di generare circoli virtuosi o viziosi. E sono capaci di cambiarlo, il mondo, in meglio o in peggio.
Ecco perché è fondamentale lavorare tanto - in classe - sulle parole, sul lessico, sui lessici specifici e sulla lettura. Non solo per arricchire il lessico (sempre più povero) o l'enciclopedia mentale dei nostri discenti, ma anche per costruire pensiero, visione del mondo, comprensione, accettazione. Per scardinare pregiudizi. Per essere più gentili.

lunedì 28 aprile 2025

Dall'intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia ufficiale in occasione dell’80° anniversario della Liberazione

Si apriva la stagione dei diritti umani delle persone e dei popoli, per prevenire i conflitti, per affermare che la dignità delle persone non si esaurisce entro i confini dello Stato del quale sono cittadini.
Non ci può essere pace soltanto per alcuni. Benessere per pochi, lasciando miseria, fame, sottosviluppo, guerre, agli altri.
È la grande lezione che ci ha consegnato Papa Francesco. Nella sua “Fratelli tutti”, ci ha esortato a superare “conflitti anacronistici” ricordandoci che “ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte…Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti”.
Ecco perché è sempre tempo di Resistenza, ecco perché sono sempre attuali i valori che l’hanno ispirata.

venerdì 28 marzo 2025

Dantedì. Un'intervista impossibile a Dante Alighieri.


Intervistatore: Buongiorno, Dante. È un onore averti qui con noi. Sei pronto a rispondere a qualche domanda?
Dante Alighieri: Salve. L'onore è mio, sono pronto, domandate pure.
Intervistatore: C'è qualcuno che ti ha ispirato a scrivere la Divina Commedia? O pensi di aver trovato una voce totalmente unica?
Dante Alighieri: Vi confesso che molti hanno influenzato il mio pensiero. Primo fra tutti Virgilio, il poeta che mi guida nell'Inferno e nel Purgatorio, è stato un vero e proprio maestro per me. Ma in fondo la Divina Commedia è il mio viaggio interiore, ispirato e anche unico.
Intervistatore: Nella Commedia, parli di cieli e inferni. Oggi, molti vedono la religione come una questione personale, e alcuni addirittura rifiutano il concetto di un aldilà. Cosa pensi di questa visione?
Dante Alighieri: Se oggi molti rifiutano un aldilà è per la ragione che molti hanno perso la visione del bene e del male. Ma, vi dico, non possiamo vivere senza una meta.
Intervistatore: Cosa pensi dell'idea che, nel mondo moderno, le persone possano creare i propri inferni e paradisi sulla terra?
Dante Alighieri: Il vero Inferno, come il vero Paradiso, è nell'anima di ognuno. Se l'uomo crea il suo inferno sulla terra, è perché non ha saputo elevarsi. Se invece trova la grazia, può vivere in un paradiso terreno, dove il bene regna sopra il male
Intervistatore: Se dovessi scrivere un'opera oggi, quale tema affronteresti?
Dante Alighieri: Ogni epoca ha le sue sfide. Se fossi vivo ora, forse parlerei della disperazione dell'individuo che non trova più il suo posto in un mondo che cambia troppo velocemente. Ma sempre con uno sguardo di speranza
Intervistatore: Come possiamo affrontare la sofferenza?
Dante Alighieri: La sofferenza è parte del cammino umano e, come le anime del Purgatorio, io vi dico: non fuggite dalla sofferenza, ma affrontatela con coraggio. Sia nelle lacrime che nel dolore, vi è una possibilità di crescita
Intervistatore: Come ti sei sentito dopo la tua condanna?
Dante Alighieri: Beh, quando i Neri sono saliti al potere non ero in città. Mi hanno colpito nel mio punto più debole: la mia città natale, Firenze. Poi mi hanno anche condannato per corruzione. Ragazzi cari, se vi succederà di essere condannati per qualcosa che non avete fatto, aspettate, perché il tempo è l'arma più dura di tutte.
Intervistatore: Dunque da quel momento sono cominciati i tuoi anni di esilio?
Dante Alighieri: Si esatto, sono stato ospite presso diverse corti signorili, come quella di Cangrande della Scala a Verona, tra il 1313 e il 1320, ma in tutte le corti che mi hanno ospitato ho sempre sentito la mancanza di casa.
Intervistatore: Dante, grazie mille per questo incredibile scambio di pensieri. È stato un onore averti con noi.
Dante Alighieri: Grazie a voi. Se un giorno potrete trovare la strada che porta al vero, ricordate che la ricerca è un viaggio, e ogni viaggio merita il suo tributo.

Classe 2^A, Isola 2 & AI