Intervistatore: Buongiorno, Dante. È un onore averti qui con noi. Sei pronto a rispondere a qualche domanda?
Dante Alighieri: Salve. L'onore è mio, sono pronto, domandate pure.
Intervistatore: C'è qualcuno che ti ha ispirato a scrivere la Divina Commedia? O pensi di aver trovato una voce totalmente unica?
Dante Alighieri: Vi confesso che molti hanno influenzato il mio pensiero. Primo fra tutti Virgilio, il poeta che mi guida nell'Inferno e nel Purgatorio, è stato un vero e proprio maestro per me. Ma in fondo la Divina Commedia è il mio viaggio interiore, ispirato e anche unico.
Intervistatore: Nella Commedia, parli di cieli e inferni. Oggi, molti vedono la religione come una questione personale, e alcuni addirittura rifiutano il concetto di un aldilà. Cosa pensi di questa visione?
Dante Alighieri: Se oggi molti rifiutano un aldilà è per la ragione che molti hanno perso la visione del bene e del male. Ma, vi dico, non possiamo vivere senza una meta.
Intervistatore: Cosa pensi dell'idea che, nel mondo moderno, le persone possano creare i propri inferni e paradisi sulla terra?
Dante Alighieri: Il vero Inferno, come il vero Paradiso, è nell'anima di ognuno. Se l'uomo crea il suo inferno sulla terra, è perché non ha saputo elevarsi. Se invece trova la grazia, può vivere in un paradiso terreno, dove il bene regna sopra il male
Intervistatore: Se dovessi scrivere un'opera oggi, quale tema affronteresti?
Dante Alighieri: Ogni epoca ha le sue sfide. Se fossi vivo ora, forse parlerei della disperazione dell'individuo che non trova più il suo posto in un mondo che cambia troppo velocemente. Ma sempre con uno sguardo di speranza
Intervistatore: Come possiamo affrontare la sofferenza?
Dante Alighieri: La sofferenza è parte del cammino umano e, come le anime del Purgatorio, io vi dico: non fuggite dalla sofferenza, ma affrontatela con coraggio. Sia nelle lacrime che nel dolore, vi è una possibilità di crescita
Intervistatore: Come ti sei sentito dopo la tua condanna?
Dante Alighieri: Beh, quando i Neri sono saliti al potere non ero in città. Mi hanno colpito nel mio punto più debole: la mia città natale, Firenze. Poi mi hanno anche condannato per corruzione. Ragazzi cari, se vi succederà di essere condannati per qualcosa che non avete fatto, aspettate, perché il tempo è l'arma più dura di tutte.
Intervistatore: Dunque da quel momento sono cominciati i tuoi anni di esilio?
Dante Alighieri: Si esatto, sono stato ospite presso diverse corti signorili, come quella di Cangrande della Scala a Verona, tra il 1313 e il 1320, ma in tutte le corti che mi hanno ospitato ho sempre sentito la mancanza di casa.
Intervistatore: Dante, grazie mille per questo incredibile scambio di pensieri. È stato un onore averti con noi.
Dante Alighieri: Grazie a voi. Se un giorno potrete trovare la strada che porta al vero, ricordate che la ricerca è un viaggio, e ogni viaggio merita il suo tributo.
Classe 2^A, Isola 2 & AI